Giacomo Matteotti contro il fascismo

delle lot'te di classe - aveva già dimostrato ( in Francia con Napoleone il Piccolo) come lo Stato costituzionale e liberale sia anch'esso Stato di classe che, abbandonato alle sue forze militari e alla sua burocrazia, senza l'azione ed il presidio di forze democratiche conseguenti ( e conseguenti sono soltanto _le forze popolari), .è improprio alla difesa della libertà, non appena, come diceva Marx, la libertà serve alla lotta dei lavoratori per abbattere il potere di classe della borghesia. La fiducia nello Stato liberale e nella monarchia costituzionale fini per diventare nel 1924-25 un elemento di debolezza dell'antifascismo, specie nella lotta che segui l'asgassinio di Matteotti, nella quale emerse la sfiducia riformista nella classe operaia che diviene nei liberali paura della classe operaia. L'equiparazione tra fascjsmo e comunismo, accennata da Matteotti e divenuta piu tardi argomento comune dei riformisti, nasce dalla medesima difficoltà, ad intendere il contenuto . di classe delle azioni umane, dei gruppi sociali, .. dello Stato, e va respinta, giacché con l'identità del fine manca l'identità del contenuto, per cui anche l'eventuale riçorso ad un medesimo mezzo, per esempio la violenza, acquista un significato non soltanto. diverso, ma antitetico. Il lettore sarà sorpreso di leggere nel discorso pronunciato da Matteotti alla Camera dei Deputati il 31 gennaio 1921, una condanna concitata della rappresaglia proletaria alla violenza fascista che si abbatteva sulle or.ganizzazioni polesane. Ma non era viltà, come non fu viltà l'elogio <!,ella viltà fatta da Turati. Era anzi il contrario della viltà, come Matteotti dimostrò col suo olocausto. Era rfiducia negli istituti liberali al di là di ciò che essi potevano dare e consentire, era oblio del loro carat'tere di classe; un oblio non meno pericoloso della generalizzazione massimalistica che, in quel tornò di tempo, portavcc a stabilire una identità borghese di tutto e di tutti, 'ai quali la polemica comunista, nelle sue VI BibliotecaGino Bìanco

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