Giacomo Matteotti contro il fascismo

di limitare i poteri del Principe o del potere esecutivo, nel prelevamento delle imposte. Ma non è tanto il motivo formale, costituzionale che c'importa, quanto la sostanza delle cose. Nei pieni poteri burocratici c'1è almeno una linea, un indirizzo (la semplificaz.ione) e una limitazione risultante dalla stessa resistenza burocratica che deve cooperare alla formazioRe dei decreti, e dalla inevitabile volontà espansiva dei Governi. In materi~ tributaria, invece, nulla sarebbe detto o determinato; cioè l'arbitrio pi~no e sconfinato in una materia che tocca direttamente tutti i cittadini contribuenti. Nessuno saprebbe a quale scopo, con quale indirizzo. ·Mentre noi, e.be siam9 accusatf di neg:\tivismo, di antinazione, di ignoranza dem.agogica, ecc., abbiamo, anche poco tempo fa, dettagliatamente esposto un nostro preciso programma finanziario - i presenti rinnovatori della nazione non hanno ancora precisato nulla e pretendono che la gente giuri senz'altro su 1 quello che domani potranno sognarsi di fare. I concetti .generici di aliquote base, ma di accertamenti giusti, senza evasioni, senza frodi, sono stati da noi, non dai fascisti, tradotti in formule concrete. In sostanza, dunque, f pieni poteri si domandano per questo: la risoluzione del problema finanziario esige capacità, cognizione, precisa direttiva politica - il Governo .attuale non brilla di competenze tecniche, e ha interesse a mantenere quelrequivoco politico sul ,quale ha fondato le sue fortune - quindi esso chiede che la dittatura igià conquistata con la violenza, sia confermata dal voto piu abbietto e avvilente che un [Parlamento possa dare - per man tenersi altrettanta libertà politica di ricatto o di oppressione tributaria sui diversi ceti suj quali la Dittatura intende giocare e mantenersi. 41 lioteca Gino Bianco

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