che la manifestazione.si svolse «ordinatissima», e solo dopo qualche .giorno affermava ohe vi era un ,gruppo di fanciulle, con un cartello: «Libertà ai disertori », per invocare probabilmente quell'amnistia, che il giornale di Mussolini dichiarava -<< soddisfacente». L'elenco del Corriere fascista ricorda infine quattro casi di sciopero: una mezza giornata nelle officine Romeo di Milano, uno generale di venti1quattro ore a Trieste, lo sciopero dei n1etallurgici liguri, e quello dei contadini novaresi. Neanche a farlo apposta, era proprio il Popolo d'Italia di Mussolini e del fascismo, che in quel tempo appoggiava quasi tutti gli sèioperi e 1~ agitazioni operaie, anche contro l'avviso e l'atteggiamento ... ·della C'Onfederazione del Lavoro! Era proprio il Popolo mussoliniano che l' 8 gennaio 1919 appoggiava l'agitazione dei metallurgici genovesi, cosi corne quella dei ferrovieri; e il 15 gennaio quella dei postelegrafonici; e che il 25 gennaio proclamava la vittoria dello sciopero tramviario genovese; e che il 24 gennaio e seguenti esaltava lo sciopero dei tfonditori, contro la C'onfederazione che era per l'accordo, e che r 8 febbraio 1919 raccontava le gesta di Rossoni e dello sciopero dei fonditori, durato piu di un mese, per la pretesa di lavorare non piu 48 ore settimanali (come consentivano i « pompieri» e i « tradi.tori » della C'onfederazione) ma solo 44. Era il Popolo, fascista, che due mesi dopo esaltava e magnificava lo stesso sciopero agrario novarese ( 30 marzo 1919), che oggi regala ai delinquenti sovversivi. Continui, continui il Corriere Italiano fascista la documentazione dellçt· delinquenza del 1919; ma stia attento a non ritrovarsi poi tutti i delinquenti in casa! Noi continueremo, sulla traccia dei documenti « fasoisti »· di allora, a sgonfiare la leggenda nella quale troppa gente ha creduto e crede, e sulla quale altra gente ha fatto la sua. fortuna. 137 1blioteca Gino Bianco
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