Quanto ai tipi del molteplice nuovo cam.pionario di scuole, due sono apparse disadatte o inutili: il Liceo femminile, che doveva esserè interamente dedicato alla bor,ghesia e che ha raccolto un numero di iscritte addirittura ridicolo; la Scuola complementare,, per il proletariato, fine a se stessa, senza possibilità di sbocco. u..J€ famiglie hanno rifiutato di inscrivervi i ,ffgliuoli, e solo in un secondo tempo, dopo concesse le scuole di integrazione, ,gli allievi si sono presentati. Niente è fatto invece per la Scuola professionale che dovrebbe preparare il popolo alle arti, ai mestieri, alle officine; anzi alcune di queste scuole sono state soppresse. :La riduzione maggiore delle scuole è toccata alle Scuole normali, cioè quelle cui si "inscrive la piccola borghesia, e che dovrebbero .formare j maèstri per le scuole elementari frequentate dai lavor.atòri. Esse sono state ridotte da 153 a 87 (art. 58 del regio decreto 6 maggio 1923, n. 1054), e sono stati contemporaneamente distrutti tutti i Ginnasi magistrali (regio decreto 22 aprile 1923, n. 1140). ,Nelle Scuole primarie - mentre il 14 novembre 192~ si prometteva la<<diffusione dell'istruzione popolare» e mentre il primo maggio 1923 il Governo fascista pubblicava il decreto per le 6000.nuove scuole già proposte dal •Gruppo socialista in vista di un analfabetismo che ancora supera il 30% - ora il Ministro dichiara che vi sono 1O mila scuole con scarso rendimento ( di chl la colpa?) e comincia a con~ segnarne 3 mila al C'omitato contro l'analfab_etismo, che le cederà a cottimo a maestri mal pagati o a maestri sprovvi- _ sti di diploma (regio decreto 31 ottobre 1923, n. 2410:). ISi annunzia anche· la creazione di scuoJe affidate ai privatl e semplicemente sussidiate _(regio decreto 26 ottobre 1923, n. 2410) e si prepara il ritorno delle scuole ai Comuni: col sistema del contributo statale che pur fece -completo fallimento proprio nelle zone meno evolute e piu bisognose di scuole. 113
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