operai, anche laddove i nov't decimi degli organizzati sono ancora inscritti ad altre org.anizzazioni. 'Di fronte alle rimostranze degli organizzatori della Confederazione 1Generale del Lavoro (i quali personalmente appartengono per lo pit1 al Partito lSocialista Unitario) il Capo del Governo ha ripetutamente fatto intendere che « la libertà delle organizzazioni dipendeva dall'atteggiamento dei loro dirigenti» (co1nunicato u:Dfìciale del 19 novembre 1923), cioè che avrebbero dovuto in sostanza sconfessare la loro fede politica e le deliberazioni del Partito. Invano la Cbnfederazione (fin dalla scissione avvenuta nell'ottobre 1922 tra i massimalisti e socialisti unitàri) aveva dichjarato la propria indipçndenza da tutti' i partiti; e invano lo ripetette alla Camera il suo 18egretario Generale, di fronte alle intimazioni personalmente fattegli dal Sottosegretario di !Stato agl:'Interni. 1La Confederazione ha dovuto pubblicamente constatare con i suoi ordini del giorno dell'agosto 1923 e del novembre 1923, che mancano le libertà civiche primo presupposto di ogni libera azione sindacale. Organizzazioni capitalistiche - :L''ufficiosa ,Agenzia Volta comunica: « Si riconosce [dal Governo fascista] c.he la maggioranza delle forze ind1istriali italiane è raccolta nella -ConJederazione dell'Industria e si dichiara di non volere portare scissioni o di·minuzioni nella efficienza tecnica e morale della Confederazione stessa » e afferma che « le relazioni tra il Presidente e il .Segretario· della Confederazione industriale padronale e il Capo del Governo on. Mussolini, sono pi1i che cordiali» (17 novembre 1922). Corporazioni fasciste -· iPer amore o per forza i lavoM ratori devono inscriversi alle Corporazioni fasciste. Nelle zone rurali chi non ·è inscritto non è ammesso al lavoro, è boicottato (v. circolare del Sindacato Fascista Molini Piacenza; circolare del Sindacato scuole medie sub.; dichiara93 li teca Gino Bianco /
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