Egidio Reale - La libertà della cultura e la cultura di massa

o di pugilato, le corse dei cavalli o di cani, essi debbono soddisfare gli istinti meno elevati delle grandi masse, spesso rinunciando ad ogni preoccupazione di serietà come ad ogni senso di responsabilità, indulgendo alle volgarità, dando largo spazio e rilievo alle notizie sensazionali ed alle cronache scandalistiche. Il giornalismo così è sempre meno uno strumento di formazione di opinioni, per diventare sempre più un'impresa industriale, un commercio, un affare, posti al servizio di particolari interessi o della ragione di Stato. Validissimo strumento, in principio, della cultura di massa, esso finisce col trasformarsi in un fattore di diseducazione del vasto pubblico cui è rivolto, esercitando spesso - in n1odo diretto o indiretto, volontariamente o involontariamente - opera di corruzione morale. D'altra parte la stessa diffusione e l'influenza che questa permette di esercitare su vaste masse, che spesso non hanno altro mezzo di informazione, sono una tentazione per i governi a limitare la libertà della stampa e quindi della cultura soprattutto di massa, còn la censura, i sequestri, i processi, o con 1~ pressioni, indiscrete o discrete, sui gruppi finanziatori dei grandi giornali. Quel principio che, sulla fine del Settecento, sembrò una delle più grandi conquiste della civiltà e della dignità umana - la libera comunicazione delle opinioni e dei pensieri, il diritto di parlare, di scrivere, di stan113 BibliotecaGinoBianco

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