Roger Caillois - Descrizione del marxismo

Le ortodossie sono i motori segreti di queste grandi rotture. Esse non si adoprano espressamente a produrle ma, in ultima analisi, sono soltanto esse che le provocano, e la rarità delle une corrisponde alla rarità delle altre. N ell'antfchità la nozione di finito e quella di perfetto coincidevano, e simmetricamente quella di imperfetto e di infinito. Questa connessione ,veniva da sé. Non era discussa da nessuno. Per la verità, non ci si sognava nemmeno di discuterla. Il cristianesimo rovesciò il rapporto. L'idea di infinito fu così bene unita a quella di perfetto, e quella di finitezza a quella di imperfezione, che sono ormai soltanto gli storici della filosofia a sapere che il contrario era un ass10ma. Oggi una trasformazione simile sta per compiersi. Il 24 giugno 1947, davanti a un grande numer_o di pensatori riuniti in congresso, Andrei Zdanov criticò la Storia della filosofia. occidentale di G. F. Alexandrov. Il suo discorso, immediatamente tradotto in molte lingue, fu diffuso in numerosi paesi in cui sembra essere passato inosservato. Tuttavia esso è suscettibile di fornire, in caso di riuscita, uno dei riferimenti principali della storia delle idee, una di quelle poche date che segnano ciò che io chiamo un r°' esciamento delle evidenze. In quejtO discorso, per il resto insignificante, l'epiteto << obbiettivo » è costantemente preso a mal partito. L'oratore, ovviamente, non innova niente; non sa, né i suoi ascoltatori sanno (ed è appunto questa incoscienza che è decisiva) che, da secoli e secoli, i due termini di verità· e obbiettività sono grosso modo inseparabili, che in ogni caso la volontà di obbiettività non è mai stata considerata come riprovevole e come generatrice di errori. Chi prima attaccava l'obbiettività lo faceva con la coscienza, se non di bestemmiare, almeno di urtare il senso comune. Egli 61 BiblfotecaGinoBianco

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