Che la coscienza di un popolo, che ha millenni di storia e di gloria, si assopisce, si comprime, ma non si spe·gne. Che i morti non pesano soltanto, ma sopravvivono. Giacomo Matteotti vince morendo e ci accompagna e ci guida. Se commemorazione è questa, se questo è un lugubre rito, non è I' epiced:o sul suo tu:nulo ignorato, non è la riconsacraz/one di una salma che non può ~iapparire e che più è presente quanto p:ù è assente e celata. « ALTRI SONO I MORTI». Altro è oggi il funerale. Altri sono i morti. L'edificio dell'iniquità e dell'ipocrisia crolla da ogni parte. Neppure la speculazione ultima e più scaltra ed audace - quella sulla nostra speculazione - ha alito ed ali per reggersi. Lo guardo vikeo della vittima illumina un panorama d'infamia che i più non sospettavano ancora. Ove la sua ombra si leva, ivi si stende attorno la solennità del de.s~to. • Noi parliamo da quest'aula ,parlamentare mentre non vi è più un Parlamento. I soli eletti _stanno sull'Aventino delle loro coscienze, donde nessun adescamento li rimove sinchè il sole della libertà non albeggi, !'.,imperio della legge non sia restituito e cessi la rappresentanza del popolo di" éssère la beffa atroce a cui l'hanno ridotta. Le futili conte~e tacciono fra essi, e una grande unità si costituisce fra essi tutti e fra essi e l'anima della Nazione. Quella, che fu la maggioranza, è ridotta a un reparto di milizia, cui ·è intimato l'obbedire in sileniio, perchè ogni sua parola la disgregherebbe. . I due tronconi non si saldano. E i ,politici già si domandano se vi sia più un Governo, se vi possa essere più un Governo. Se vi è per l'Italia; se vi è per il resto del mondo. 30 E}bl,ioteca Gino 81anco
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