Giacomo Matteotti : l'ultimo discorso. La prima commemorazione

« Uccidete me, ma l'idea che è in me non la ucc:derete mai ... La mia idea non muore... I miei ba_mbini si gloùranno del loro padre ... I lavoratori benediranno il mio cadavere ... Viva il Socialis~o! n. E' qui trasfigurato, o colleghi. E di ciò il mio egoismo s1 duole, il m;o piccolo ego:smo di individuo, di fratello maggiore, di anziano, di padre : che Egli non è più soltanto il mio figliolo prediletto. L'uomo di parte, l'assertore nobile ed alto di un'idea nobiliss:ma, quegli che fu, per noi socialisti, tutto in una volta, il fifosofo, il finanziere, l'oratore, l' organizzatore, il commesso viagg:atore, l'animatore sovratutto, il pensiero insomma e 1 'azione congiunti - anche 1' azione più umile che altri sdegnava - l'unico, l'insostituibile; colui che, come già Leonida S:ssolati nel Cremònese, travolto dalla sublime foHia del!' amore de' suoi contadini, del suo proletaiiato polesano, per esso aveva rinunziato indifferente a,gli agi e alla tranquillità della vita, alla seduzione degli studii cari in cui più eccelleva, e dalla sua giovinezza poteva di:re col poeta della Versilia : e tutto ciò che facile alldr promdfea gli anni, io 'Ì diedi per un impeto lacrinwso di. affanni, per un amplesso aereo (n faccia q l'avvenir; li! per, 'questa sua passione divorante, gelosa, era l'esule in Patria, il bandito dalla sua terra, il maledetto dei parassiti de la sua terra, il profugo eterno, sempre .presente soltanto dove l'ora del periglio battesse la diana; quest'uomo, questa figura così staccata e viva su lo sfondo verde e bigio di questo singolare paesaggio politico, non sparisce, no, non scolora - ma si riaff_acciaoggi in troppo più ampia cowice. 27 Biblioteca Gino 81dnco

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