Quando nel lontano 1924, in un ,chiaro mattino di ilole, in una -di quelle giornate -di giiu{ç]-Oche fremono di umàna operosità, e le messi biondeggiano nei campi - nota dominante di 'una ve~tazione in trionfo - ~i diffuse )a tragica notizia dell'assassinio di Giacomo Matteotti, l'attività deg,]i uomini sembrò patire un angoscio,so arresto e la natura ver.gognarisi della sua veste ,smagliante e lamentaTe di non poter vestirsi a lutto. E il sole alto e fomino,so aU' orizzonte era una irrisione al grande ;dolore che ,serrava J.e .go!le e attanagliava i cuori. La pallida fig,uiia del Martire si era fi8sa nei cuori, nell'animo, negli occhi di tutti. Non sembrava possibile, per ,immensa ,che si:a la per.fidia, la ferocia dell'uomo, non sembrava ·possibile che tanta vita, che una co,sì prode giovinezza venisse colta in agguato e etroncata. Noi eravamo ragazzi, eppure ricordiamo più che vagamente l'ango·scia e 1a rabbia Tiflesse nel viso dei compagni di Matteotti', forrore un po' meravigliato e sorpr.eso -degli :altri, e ricordiamo anche iii]' ghigno sar- - 5 Biblioteca Gino Bianco
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