di generazione m generazione. Questa jmmagine santa, ohe per la tristizia dei tempi restò .nel cuoi-e dei suoi fedeli soffocata o derisa o dimentica·ta, ora improvvisamente divampa dalle ceneri, fiamma inestinguibile dell'anima popolare. Chi osa ripetere che la Repubblica non è un regime «congeniale» al popolo italiano? Oh, 1e arrischiate affermazioni, 'le gratuite invenzioni degli storici aulici ventduti aHe corone, sempre in vena di cortigianeria! Curvatevi sulla storia, o Italiani; su una storia che vede e registra epoche di grandezza e civile concordia, di mirabile operosità e di splendore d'arti e di lettere, soltanto nei tempi in cui la Repubhlica, a Genova o a Venezia, come già nei liberi Comuni, si ordinò in i1,tituti popolari, con la diretta partecipazione delle forze spontanee ed inventive del popolo lavoratore. In realtà, la storia italiana dovie dice civiltà, lavoro, progresso, dice Repubblica. E non lo dice soltanto nell'evocazione. dei poeti da Petrarca a Carducci, che sono l'ispirata testimonianza delle virtù ,di un po.polo, e d1e videro in essa il palladio delle nostre libertà; lo dice i] significato della polemica, che, dalla Roma preceaariana, ,dalle origine della n<>Btra·storia medioevale, lungo tutto il Risorgimento, chiusasi burocraticamente e militarescamente nel 1870, ha riaperto nel 1943 il suo dibattito per chiuderlo il' 2 Giugno 1946; il lungo contrasto si compie con l'espulsione dell'elemento che davvero non è congeniale al popolo italiano : la monarchia. 36 - Biblioteca Gino Bianco
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