catacombe e farsi esercito. I lottatori rC1Jiimpotenti, ma non vinti, guidare ]e brigate, e i martiri stendere le loro ali :protettrici e illuminare la lotta con la luce del loro esempio ed accogliere nell'alone di gloria le nuove vittime de] piombo e delle sevizie nazi-fasciste. Tutti i partiti ebbero le foro reliquie da venerare, tutti ebbero i loro eroi che ricollegandoli al passato erano pegno del presente e del domani. Ma Giacomo Matteotti fo il Martire e fu l'esempio di tutti ; fu i.I . -primo fra la schiera dei Gramsci, dei Prampolini, dei Minzoni. Il più grande perohè tra tutti la vittima volontaria, la vittima ·più necessaria e più profotica, perchè fra tutti il più buono. E il più ,grande fo a più_ glorificato. Quando la eospirata ora tdella iJiberazione, col _sorriso trionfante anche se grondante di lagrime e di .sangue, venne a ridare l'arria di festa e di risurrezione alla nostra Italia, nulla sembrò meglio sintetizzare il significato di quest'ora storicamente solenne, più dell'immagine - muri del1e grandi città e dell'e piccole borgate sui quali si P.ra improvvisamente moltiplicata. E a tutti apparve l'umile grandezza di quella frase: « Ucci.dete m..e, ma Pidea che è in me, 1iOIJJ, la ucdderete mai ~. In quella frase e in quell'immagine dell'eroismo, deHa rettitudine politica e morale, della bontà, gli italiani insorti contro la barbarie si ritrovarono e si ,riconobbero. Il più .grande è il più glorificato anche neJl'ora p•resente. Socialismo e repubblica hanno i] suo nome~ 30 - Biblioteca Gino Bianco
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