Egidio Ariosto - In commemorazione di Giacomo Matteotti

iUusi d'immòlarsi per difendere la vita e c<>Btruire l'avvenire di un popolo. Un'illusione che nulla toglie alh grandezza del sacrificio, ma p.oi ·sappiamo che s'immo• lavano invece per un regime fratricida, e per coloro che deposto ogni pudore si gettarono come iene affamate sul sozzo banchetto· delle forniture e dei profitti di guerra. Oh, ma Ja. storia è un tribunale ,giusto ed implacabile! Bastò una di,sfatta, bastò ,l'epopea dei difensori e 1 dei vincitori di Stalingrado, perchè si i~iziasse il crollo di una macchinosa costruzione basata sulla men~ogna e su ambizioni cui nuHa importavano i fiumi :di sangue scorrenti ad inzuppare le aride sabbie africane, le sconfinate pianure rus.se, le nevi dei monti d'Albania, o ad arrossare le cerulee acque del « Mare Nostrum ». E venne finalmente l'epica lotta clandestina. Non tocca a chi ,fu timido soldato deUe retrovie celebrare le glorie di questo esercito della Hbertà, iclire la storia di questa marcia di regolari malv€6titi - sì, di regolari - contro gli irregolari in divisa, violatori (fascisti_ o teder;chi che fossero) di ogni norma di mor:ale umana e divina e iTrisori del diritto internazionale. Mai !!li italiani memori delle antiche libertà furono uniti e~e lo furono nel ribellismo. lt~liani di ogni tendenza strinsero un tacito patto di solidarietà ii;i nome del comune ideale. Fortunati coloro che negli anni potranno dire: io c'ero! Poichè vedemmo le sparute schiere tl8Cire daU:a - 29 Biblioteca Gino Bianco

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