Egidio Ariosto - In commemorazione di Giacomo Matteotti

dei cechi di fronte alle opere di regime che per glorificare IUil uomo arrichivano una minoranza di funzionari disonesti e di imprenditori ingordi e dissanguavano paurosamente la finanza della nazione; quando tutti costoro sembrarono identificarsi con la stessa nazione e quanido una parte dello stesso popolo - dello ste5so proletariato - sembrò dimenticare le sue vitali rivendicazioni immerso e sommerso, chiuso e soffocato nella demagogia dei dopolavoro, dei treni popolari e di un falso ed abbiertto sindacalismo, '- allora ~a sparuta schiera dei fedelissimi creò le ,sue catacombe e nacque il oul'to dandestino di Gia-como Matteotti. La ,ma immagine, i suoi scritti, il suo esempio, la sua vita e il suo martirio furono i sicuri ancoraggi, furono il sostegno, furono le oasi di fresoura in cui si rifugiavano coloro che intatto' conservavano l'amore e il concetto della libertà e non volevano ar6hiviare il capitolo della rivoluzione proleta,ria. Pochi o molti non interessa: importava ormai che fa fiamma ardesse. Come le Vestali idi Roma, i sacerdoti del nuovo culto, sapevano che se la sacra fiamma si fosse spenta, poche speranze di riscossa avrebbe riservato il futuro e un fato oscuro sarebbe gravato sull'idea socialista. E vennero i giorni della :guerra stolida ed inumana, inutile e sanguinosa; della guerra voluta ed impost:i contro gli interessi della nazione e del popolo; vennero - 27 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==