abbracciare e carezzare i suoi tre bambini, ehe ignorano anche oggi la orribile sorte che li col1 pì e a ogni campanello che .sentono alla porta si domandano ansiosi se per oaso non è il padre che ritorna dal suo troppo lungo viaggio; voi sentite come lui, ohe io .definii il più forte e il più degno di noi tutti; quegli che aveva consacrato tqtto l'eSBere suo cOine una pia offerta alla casa dei diseredati che noi amiamo, quegli che e.ra tutto, che valeva noi tutti, che era solo, in qualche modo egli solo tutto il partito, perchè aveva il dono dell'ubiquità di certi santi, era insieme in città in campagna ed all'estero, al congres.so nazionale ed alle riunioni dell'Internazio- , na1e quasi nel-tempo medesimo, che non mai si sottrae.- va al suo compito, per il oui ardore nulla era mai troppo alto, nulla era mai troppo umile, che nella ste;;sa giornata lanciava alla Camera il discorso formidabile che metteva in imbarazzo anche gli aViVersari meglio armati e ,piegava la propri,a intielligenza a sermoni familiari, che commuove e ,con~ince il più incolto dei compagni, noi sentivamo, compagni e compagne, come lui, Giacomo Matteotti, sarehbe trasformato in una specie di fantasma ideale librantesi sopra le cose. La sua morte è ancora una nascita. La sua opera non è ieri, ma il domani, iJ. dopo domani. Noi non lo pian:{ amo perchè sia partito; ,Io attendiamo come i fi. ~li 1di Israele, piangendo sulle rive del fiume di Babilonia, atte. devano H loro Messia, attendevano e invocavano la nuova azione ~>. 24 - Biblioteca Gino Bianco
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