Egidio Ariosto - In commemorazione di Giacomo Matteotti

presso e dello sfruttato volev1a fare un eesere libero e padrone del prop 1 rio destino. Un così alto, un co.sì umano ide~le -sociale non po• teva trovare possibi,Iità di traru.azione col regime nato con l'appoggio dell'alta banca, col rf avo,re del grande capitale, di un regime che già si preannunciava espressione pol'itiica delle grandi coalizioni .finanziarie cui non giova· ,e non gioverà mai l'emancipazione dei pro1,~tari. · Matteotti doveva soccombere! Egli impersonava, simboleggiava la resistenza al funesto regime. Tutte le forze, disorientate dal fenomeno nuovo, disperae dall'impossibilità di una efficace difesa, vaganti nel tentativo di raccogliersi e di cercare i mezzi per cancellare dalla vita del paese l'onta della tirannide purulenta, ~iniv'ano di trovar.e in lui un efficacissi- .. mo centro ,di attrazion:e. Questa forza polarizzatri-ce bisognava stroncarla. Fu ,quindi un delitto essenzialmente, sqms1tamente politico. Il delitto ~he fece sanguina•re di orrore i cuol"Ì dei compagni ,d,el Martire, ,che turbò l'anima di tutto il mondo civile, non fu solo delitto idi uomini, ma fu delitto, e fu condanna di un. regime. Vent'anni sono molti per noi che v,1viamo la cronaca, sono pochi davanti al tribunale <lella storia. Il 25 Luglio 1943 e il 25 Aprile 1945 sono i due verdetti, anche se il secondo fu pronunciato in sede di appello, che - 21 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==