Egidio Ariosto - In commemorazione di Giacomo Matteotti

micidiali ordigni, pur sapendo che ]a di(esa è disperata e bisognerà soccombere. E Matteotti d01. 1eva soccombere. Doveva eBSeTe !a vitJtima scelta con sotti1e intuito politico. Era uno dei pochi che avessero veramente capito e penetrato a fondo .Ja lebbra tota1i-taria e non c'era per l'idra bav'osa e velenosa, nemico più ·pericoloso di ]ui. Era ,un avversario dalla chiara intelligenza, dall'intJUizionie acuta che si affidava agli ai-:gomenti, ai dati di fatto, disdegnando le escandescenze verbali, i facili atteggiamenti esteriori e controllando gli impulsi interiori; raggiungeva così un'efficacia scompigliante e sconcertante. Era l'avverBario che conosceva il fascismo vizioso in sè perchè era dittatura, era antidemocrazia, perchè sostituiva .l'impero ,di pochi sulla volontà deUe ma,ggioranze, perch~ si fondava sulla forza. Matteotti anticipò tutta la criitica sul fascismo_ e non ifu poca cosa se si pensa. che milioni e milioni di italiani, interessati o meno, non ritennero di chiudersi in una corazza di intransigenza. Matteotti non si confuse mai con co1'oro che si illusero che il fascismo potesse subire un colpo di timone a sinistra. Egli sapeva che l,a -dittatura ha esigenze dalle quali non può decampare, perchè assume la custodia di intereSBi che sono in antitesi con quelli della maggioranza; sapeva che il fascismo non avrebbe' mai ten• tato J,a conquista del1e coscienze, ma ;si sarebbe affidato - 19 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==