Egidio Ariosto - In commemorazione di Giacomo Matteotti

vrehbe potuto ahbandonairsi al godimento <li una ricchezza ohe era eerta e presente, o seguire la via delle comuni amhizioni che portano gli e.sc,eri eccezionali alla potenza e al dominio. Perehè, ci chiediamo, egli rifiutò queste comode vie? A quale interno drammatico travaglio, a quale processo intimo dobbiamo se il Nostro accettò dal tribunale delle BUa cOBcienza una sentenza che lo dovevia porta·re sull'opposta via ,d:el duro sacrificio e del martirio? Se l'ani• mo dei comuni mortali è imperscrutabi,le, quello dei grandi è un abisso di miBtero intorno a.I quale vana è la rieerca. Noi sappiamo però quali furono le condizioni che determinarono il suo spirito ad una totale revisione dei. valori sociali. Ancora ragazzo av\eva visto ed osservato le schiere numer<M!e dei contadini del suo Polesine, tormentati dalla miseria e dalla ,pel1agra, costretti dalla fame, aall~ vera fame, ad emigrar,e a migliai,a ogni anno in ter.re lontane, dalle quali giungevano poi lacrimevoli notizie sul loro miserevole stato, sul loro atroce skuttamento, sulle loro infini,te sofforenze accresciute da un accorato struggimento della patria lontana che li aveva costretti al dolorOBo pa&So. Fu certo fin da allora che egli cominciò a pemare che la vita non poteva e6Sere considerata una palestra di facili onori, di facili godimenti, ma un continuo sforzo di elevazione in cui i meglio ,aggue.rriti devono 12 - Biblioteca Gino Bianco

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