za di fede politica e di credo religioso. Ma nell'ora stessa che questa luminosa creazione .sorgeva, in forza eminentemente, ben possiamo dire, della suggestione profonda irradiante dalla calda umanità della sua fede socialista, egli veniva votato alla morte. L'antico valoroso dirigente nazionale della Fiom, del Sindacato che più fieramente aveva contrastato al fascismo; il socialista che aveva creduto nella unità di classe del movimento operaio italiano, ,ed aveva tanto generosamente concorso a questa conquista fulgente, doveva -essere abbattuto come ostaggio troppo prezioso e troppo pericoloso, per essere reso mai alla sua opera. Buozzi sarebbe stato immolato trucemente sull'ara del privilegio, in odio alla unità delle classi lavoratrici italiane. Buozzi, nella sua natura schietta e sempli- ·ce di operaio, che aveva avuto per scuola la fabbrica, non aveva mai potuto intendere come l'azione sindacale in difesa degli interessi delle m:asse lavoratrici, calcate sotto il tallo- .ne del capitaJe, potesse sciogliersi dalla lotta per la libertà. Egli aveva tenuto fede con cristallina coscienza al monito di Matteotti, iJ quale aveva riserbato critiche. ,,taglienti (in una lettera del 24 agosto 1924 indirizzata al giornale del suo partito) al prudentissimo, troppo machiavellico riserbo, in cui si era chiu sa la Direzione del Partito Unitario, da vanti .26 Biblioteca Gino Bianco
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