irriverente l'elevare semplicern,ente una domanda siffatta. La sola questione che ragionevolmente si possa porre è tutt'al più una questione di interpretazione, sul piano politico, del pensiero e dell'animo di Matteotti. Ora, se è lecito pronunziarsi su una tale questione, pare a me che questo possa essere solo nel senso che non si riesce obiettivamente a vedere come Matteotti avrebbe mai potuto concepire di disgiungere la causa della libertà, secondo gli abusati artifizi cui ha sempre fatto ricorso ogni processo di reazione sociale, dalla lotta per l'emancipazione economica del proletariato, cadendo a questa maniera nelle aberrazioni attuali della socialdemocrazia. Questo semplicemente ci appagheremo di dire, fondandoci ml lucido e sferzante giudizio che Matteotti dava del fascismo come sgher!o del capitale, inchiodandolo al muro con una gelida definizione che lo trapassava da parte a parte: cc Es• so è re.azione non tanto contro gli atti di violenza deplorati, quanto contro le · conquiste economiche del proletariato ». La sua accusa colpiva. in pieno viso la grande borghesia capitalista come diretto mandante dei delitti consumati dal fascismo: cc Si vuole agire sul• lo Stato, perchè sia negato il diritto di orga nizzazione. e di sciopero ai .lavoratori ». · Un~ volta per tutte, poi, spieghiamoci chia- · 22 Biblioteca Gino Bianco
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