movimento operaio socialista aveva avuto H merito indiscutibile di sopravanzare. Queste non sonQ considerazioni che tendano; voglio avvertire, ad una capziosa interpretazione della risoluta avversione manifestata da Matteotti verso il comunismo. Essa costituisce un fatto che non sarò io a contestare o a distorcere. Solo valgono a mettere nella giusta luce la indegna speculazione che si fa, quando, prendendo a pretesto una tale posizione di pensiero, si procede ad assimilarla disinvoltamente all'anticomunismo che è parola d'ordine ai nostri tempi della reazione mondiale e di una lotta che è stata ripresa con gli stessi. obiettivi che perseguiva allora il fascismo, la soppressione cioè delle libertà dei lavoratori e la distruzione delle loro organizzazioni di resistenza. E' ben noto come, dalla morte di Matteotti, un'intiero decennio ancora fosse posseduto dalla intolleranza e occupato da una controversia asperrima tra comunisti e socialisti delle varie tendenze. Lontane da essa tuttavia restavano le masse, così che il solco, nonostante tutto, non potè approfondirsi. Ed è proprio in questa circostanza storica che trova spiegazione la nota caratteristica che ha contraddistinto in questi ultimi venti anni 1 rapporti tra socialisti e comunisti nel nostro paese. D~ vve:ro, che la borghesia italiana non 18 Biblioteca Gino Bianco
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