. '.; dichiarò di ricordar~ che in essa si parlava di una « Cek·a », di cui avrebbero fatto parte Rossi e Marinelli; e il Senatore Morello depose ancora che nella lettera un brano diceva che della « Ceka »· doveva saperne più il Presidente di lui (Finzi). . Ma un'ulteriore décisiv~ conferma de,l'esistenza ,della lettera testamentaria del Finzi e del suo contenuto fu data recentemente, in sede di riapertura dell'istruttoria del processo Matteotti, daUa ve• dova dello stesso Aldo Finzi, Signora Clementi, la. quale ebbe a -dichiarare- che effettivan1ente il -defunto marito, non sentendosi completamente sicuro della incolumità personale in •seguito ai noti even:- ti, si era deciso a scrivere una breve lettera al fratello Gino, con la quale lo metteva al corrente di ciò di cui egli era venuto a conoscenza. in quei giorni, lettera redatta su carta intestata al sottosegretario all'Internò ed occupante al massimo due facciate e mez.z.a. Circost?nze tutte queste che ricevono una ultima e definitiva conferma nella dichiarazione, raccolta per rogatoria a Parigi, di Gino Finzi, fratello di Aldo. Peraltro, ove tutto ciò non fosse sufficiente ancora a far ritenere l'esistenza di una segreta associazione· criminosa, a togliere ogni dubbio, parmi ,dovrebbero bastare le sole opere ·delittuose -da essa compiute., opere·. nelle quali ricorrono quasi sempre i nomi dei mag-· giori componenti della « Ceka »., Dumini, Volp.i, Putato ed altri p9chi della banda, che aveva il suo quartiere nelle anticamere e negli uffici del Ministero dell'Interno, come han finito col riconoscere Cesare Rossi ed Amerigo Dumini. . Non credo che -dopo tutto quanto detto, vi sia ancora qualcuno che osi· dubitare dell'esistenza ,di una « Ceka », costituita per svolgere attività delittuosa politica. 61 ' Biblioteca Gi o . 1anco
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