.:: • LA « CEKA » FASCISTA. In esecuzione -del mandato di cui sopra, ecco agire la « Ceka >>. Che questa sia esistita non si può porre in dubbio, nonostante- ·l' avvi=so contrario della Commissione Istruttoria· del Senato e .della Sezione ·di Accusa. Oggi potrebhe essere un fuor di luogo darne la dimostrazione. Anteriormente ·alla primavera -del 1924 il Governo fascista e il partito si servivano per le basse opere di pochi fidati uomini, ai quali venivano di volta in volta passati gli incarichi punitivi; per i più delicati si faceva ricorso a Dumini, Viola, Volpi ed altri milanesi ben noti a Mussolini, Marinelli e Rossi; per operazioni di minor conto si sceglievano persone di fi.ducia ,da parte di chi veniva incaricato di condurre a termine l'impresa. Furono infatti Dun1ini ed altri della sua comitiva che si recarono in Francia al tempo -dell'episodio Bonservizi; furono gli stessi che punirono forni per la sua indisciplina, ottenendo l'approvazione di Mussolini, che nel Dumini aveva molta fiducia, e furono sempre essi che, isolati o in g.ruppo, compirono altre imprese. La buona prova fatta da questa comitiva di violenti e quella, inve(?e, non buona fatta -da personale avventizio, ,doverono consi-• gliare la creazione a carattere permanente -di una squadra, che non poteva non essere ,composta che dal Dumini e suoi compa.gni, ~d alla quale affidare le ,basse opere di giustiz.ia, che si prevedevano numerose durante la campagna elettorale e dopo. · Chi per prima abbia lanciato l'idea della co~tituzione di un organismo segreto per la difesa del partito, non .si può sicuramente precisare. Rossi, che ne parla ripetutamente nei suoi interrogatori e memoriali, ne attribuisce in un priino momento la paternità a Giunta, il quale ne avrebhe fatta proposta in una riunione del Direttorio tenuta nel marzo o aprile, ed in se•condo tempo allo stesso Mussolini, che ne avrebbe però camuffate le finalità. Avrebbe così Musso-· .56 ., Biblioteca Gino Bianco
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