4) Aggressione in persona dell'on. Giovanni Amendola. , ·: · Sempre in esecuzione del programma -del regin1e fascista ,di non concedere tregua alcuna agli oppositori e .di rendere loro sommamente ,difficile se non addirittura impossibile, l'esplicazione di ogni attività politica e· la· permanenza in Roma, il Capo del governo volle che una punizione fosse inflitta all'on. Giovanni Amendola, non di altro colpevole che di condurre una leale, corretta, ma costante ed implacabile -cam.pagna di op,posizione -contro il governo fas-cista. Dei voler.i ,del Capo questa volta .si rese esecutore il De Bono, che fu anche l' o_rganiz,zatore ·della spedizione punitiva. All'uopo il De Boifo ·si avvalse dell'opera del fi1do C·andelor.i, e questi, a sua volta, ,di .alcuni militi della sua legione, anche se apparentemente non iscritti o espulsi dalla milizia. Il mattino del 26 -dicembre 1923, vers0-le ore 10,15, alcuni giovani discesi poco prima da un'automobile -da noleggio, aggredirono e ferirono •con -colpi di bastone, o altra arrpa contundente, alla testa, l'on. G. Amendola, che, uscito allora ,di casa, percorreva la via Francesco Crispi. Compiuta la criminosa impresa, ·gli aggressori espio-- devano qualche ·colpo di rivoltella in aria e r;imontavano nella macchina, che si allontanava di corsa, andando a finire nella casern1a « Goffredo Maqiel.i », sita in via Magnanapoli e sede -della 112~ Legione M. V. S. N. Il conducente l'automobile veniva identificato· per Zaccagn:ini Fau.- bto. Interrogato, dichiarava di essere stato ingaggiat'o da 5 individui n1entre sostava in ·Piazza del Popolo, e richiesto di trasportarli in via di Porta Pinciana, dove 4 di -essi erano ,discesi, mentre il 5° restava nella vettura in attesa. Dopo poco i 4 ritornavano, montavano in fretta· nella mac1 èhina, e gli ingiungevano, con minaccia a mano armata di rivoltella, ,di mettersi a corsa. veloce per le vie del centro della città; di sua iniziativa giunto in via XXIV Maggio, imboccava l'ingresso della caserma, men~e gH aggressori si davano alla. fuga. Dalla :istruttoria compiuta sembrò che lo Zaccagnini non po• tesse ritenersi estraneo al fatto, perchè egli avev.a con la ·sua macchina seguito a lenta andatura le fasi dell'aggressione dell'on. Amen- _. dola, e durante la corsa per le vie del centro .di Roma non si era fermato all'incroc:io del Tritone,· ove l'agente di servizio al traffico dei veicoli, gli aveva fatto segno di sostar~ per dare la precedenza ad altre macchine. Si proc,edè pertanto contro di lui in istato di -detenzione, ma -dopo qualche tempo fu escarcerato. Gli aggressori rimasero sconosciuti, ed il G. I., con sentenza· del 25 marzo 1924, dichiarò -non doversi procedere, per-chè ignoti gli autori del fatto. 37 1,1 iblioteca Gino Bianco
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