Giovanni Spagnuolo - "Ceka fascista" e "Delitto Matteotti"

.7, 8, 22, 23 Vol. I) che un individuo, staccatosi da un gruppo di 5 persone, discese da un'automobile fermatasi all'angolo ,del Lungo Tevere « Arnaldo da Brescia >> con la via « Stanislao Mancini », per la quale tranisi,tava appunto Matteotti, si avvicinò a costui e lo af -· ferrò come per trattenerlo, ma l'altro riuscì a ,divincolarsi dalla stretta, facendo cadere per terra il suo aggressore. Intervennero però prontamente gli altri quattro, -di cui uno, che era anche armato di rivoltella assicurata alla cintura sotto la giacca, assestò un forte· pugno al Matteotti, sì da farlo stramazzare al suolo. In quattro., quindi, lo presero, due per le braccia e due per le gambe, e, malgrado ,che egli cercasse di svincolarsi ancora e di emettere alte grida, invocanti aiuto, riuscirono, fiaccandone ·ben presto la resistenza, ad introdurlo in quella stessa 1nacchina dalla quale poco ·prima erano scesi, e che frattanto il conducente aveva avvicinata, a ,seguito di un segnale dato da uno dei cinque aggres·sori. Nell'automobile la vittima cercò ancora di liberarsi, riuscendo a rompere, con un calcio, il vetro anteriore dell'automobile stesso, ma vano riuscì ~gni suo sforzo, perchè la macchina, nella quale con la vittima erano già saliti quattro degli aggressori, mentre il quinto sostò ·sul predellino appoggiandosi allo sportello, si mise subito in marcia, filando a tutta velocità verso « Ponte Milvio », senza che i presenti avessero potuto rendersi esatto conto del1' accaduto, data la fulmineità con cui si svolse l'azione. Non si sa quale sia stato l'it~erario p~eciso seguito dall'autom.ohile, ma è da ritenere che essa, prima di us,cire dalla · porta di « Ponte Milvio », abbia •dovuto percorrere un tratto del Lungo Tevere « Arnaldo da Bresci 1 a », essendo stata rinvenuta in ,detto tra.tto, precisamente nelle vicin:anze dell'avvenuta cattura, dai testimoni Gentili Pietro e Zaccar.dini Giuseppe (fol. 15, vol. I) la tessera .ferroviaria dal Deputato dell'on. Matteotti, forse sfuggita a lui durante la colluttazione in macchina per cercare di liberarsi -dalla stretta dei suoi aggressori, o probabilmente da lui stesso lanciata fuori -dalla macchina, attraverso uno degli sportelli aperti, perchè qualcuno potesse ritrovarla e -darne subito l'allarme. Risultò ancora come la macchina, di cui .gli aggressori si erano serviti per se_questrare Matteotti, fosse una « Lancia » verniciata scura, con carrozz~a chiusa Limousine, a sei posti e cioè due esterni e 4 interni, dei quali due fissi e due mobili, macchina •che portava il numero 55-12169, ed era di pertinenza di Tommasini Giovanni, pro-• prietario del garage Trevi ·in Roma, Via dei Crociferi n. 44 (f. 1 O, 11, 12, 13 e 14 voi. 1°) e che la sera precedente al delitto (9 giugno) dalle 20,30 fino dopo le 22,30 i portieri dello stabile di Via. « Stanislao Mancini », coniugi Villari-ni Domenic.o ed Erasmi Ester ( f ol. 24 15 iblioteca Gino Bianco I

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