212 LA CAì\fiCIA ROSSA appostati nelle vicine trincee, non potè trattenere i1 suo entusiasmo. e : "Jl [a,qlil - disse con voce commossa, a.fl~erranclo un fucile- non posso 1Jiù restare. 'l'i zwomelto che al primo ferito satò <la te.,, E lo vidi di corsa av:mznre alla. più vicina trincra greca. To non avevo alcullo. nutoriià, ma sarebbe stato impossibile tmtlenere il povero giova.r\e che sagrifica.va così gcnerosnmente la vita, martire o~curo di un'idea. Un altro lo seguì e l'assistente medico.. . per nulla. sperando nel soccorso che ::wrebbc potuto do.r<', si prov\'ide, fra raltro, del necessario alla medicatura, e s i confuse auch'eg1i coi combaUcnli. Cadde ]~ini, di Arezzo, ed allora. d'un. subito furono interrott i i canti e il fuoco, c si udì un gridìo generale che ricl1iedcva. affrettati i soecorsi d'ambulanza... Di certo in quel momento il Bellini - così scrive l'amico suo Er.:relino Magli - toltosi al riparo cl1e gJi forniva la. trincea greca c volendo accorrere, per moJltencr<' la sua. promesEa e dare aiuto nel trasporto del Pini, cadd<' mortalmente colpito. :l!(a un altro suo amico, suo compaesano c suo commililonP, Lorenzo Guidi, lo vide anrora, dopo quel momento, ancora per molto tempo, fi·a i combattenti. Cosi egli scrive : . .. a Domokos era l"imasto <'Oll l'ambulanza. sulla strada quando noi occupammo la montagna; ma quando noi discendemmo ad occupare lf\. trincea, mi sentii chi:unarc... mi voltai.. . era ]ui. Sorridente mi disse:" l7engo a combattere, non posso farne a meno... 11 Dm·a.nto il combattimento pr~tò il suo aiuto por il trasporto del povero Silvestrini. 'l'ornò ancora sulla trincea., e combattè fino allo. dtira.ta: fu nUora che, colpito danna scarica in petto, cadde fnlmina.to. Filippo Bellini, di Sanle, era nato a Comacchio e a'"eva 31 anni. D i famiglia non agiala, ma onestissima, per quanto le condizioni di casa sua non gli avessero permesso di procw·arsi un' istruzione regolare, seppe da sè coltivarsi ed istruirsi. Era un figlio adorato che adorava la sua famiglia. ll suo buon cuore lo faceva sempre accorrere p r imo dove ci fosse una buona azione da compiere. Quando nell'86 infieriva a Comacchio il col era, il nostro povero amico fn uno dei primi acl inscriversi n ella Croco Rossa; incumnte di sè e sollecito solo di soccorrere ai dolori altrui, tanto si dist inse laddove vi era un dolore da lenire, un malato da assistere e da salvare, che la sua opem fu compensala da un attestato governativo di pubblica benemerenza. Era impiegalo nell'Amministrazione delle Vall i d i Comacch io.
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