Ricciotti Garibaldi - La camicia rossa nella guerra greco-turca, 1897

l~(j LA ( 'A)I((' IA ROSSA 111 risposta alle mie insistenti preghiere che fo~sero imme<liatam••ntl' pro,•veduti i vapori ncc~?ssarii per il rimpatrio, mi promise dw immancabilmente l'indomani mattina >ar~bbcro stati pronti. Di fatti , essendo giunti duo vapor i carichi di farino (U..ania e ( '/'Ìiy) questi, senza scar i<•arnc che una parte. furono messi a nostra disposizione. Biso~nava ot·a ordinare il disarmo dci nostri volontari, i qual i rit•nt ravano ormai nella condizione di comuni cittadini. HI\' t\C'(.'O Sl"LL.A Sl'l \001\ 01 Il \(HA )l \UIXA. Il disarmo minacci1wa qualche resistenza ,, quai<'hc ditlicoltà, ma sp•••·ialmentp grazie a~l i aggn•g;tli politici del mio <'Osi detto stato Hl1g~im1•1 i quali Psercitarono sempre sui gio,""'ani r influenza di cal11/IIIIIÌ. tutte le armi, munizioni o materiali da guerra furono conse- ~llati senza il minitn•> inciclf..lnte. Qu~?sto i> verum<•nte il mom<•nto più doloroso eli un t~ ('ampagna; " non l'n sen?.a un forte stringimento di cuore e qualclw lagrima agli o~~hi che s i videro l<• noslre compagnie una dopo l'altra recars i sull n. banchina a deporre, non senza qualche pro\<>sta, le armi nel har<'<IIJC all'uopo provveduto. Il disarmo v uoi d ire il distacco da tanti compagni, <'ari an~he Ill'lla loro imli sei pl inat~?.?.:t , giO\'nni che io avevo finito per amare

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