Ricciotti Garibaldi - La camicia rossa nella guerra greco-turca, 1897

C .\PITOLO X\'1 11 dodici per cento del loro oH'ettivo aveva bagnato il suolo lcssalico del proprio sangui'- ma senza un JamOJlto. Ah! pereh è nella terra nostra - ~o n lnli clementi - si ò mai dovuto r<'~istmre Custor.a.? E porchè il nostro osert'ito subì in Wrm d'altri, ..\bh<\ ('arima? E i nostri fmtolli greci~ È diventato luogo comune pt:~r certa ~:~tampn. deni~mtrice r.dllgurar{' il greco moderno come una miserabile parodia dt•ll' antiro. ~[" for.se lu t-ipi rito dei l('ggcndari trCC'·ento dello Tennopi li non è rirompar:;o nel ~l con Botzaris, Canarb, :\[iauli , Colocotroni {' tanti altri {'roiC"i patr iotti J.,~e.;i e di nuovo ade:-.so coi valorosi che condotti da Romos, Varnlass is, Martini , combatterono '"· ittoriosamt•nto sul campo di battaglia di Domoko,? E voi , eroi da <"nfl'è, che, tra. un t·crmoulh e un absint!&, a proposito dt•i nostri volontari, sentenziate... " alfare gonfìato... , ~~ :spo~tnti in <"<'rea di una paga e di bottino..... u tutti maggiori e colonnelli ... ., venit<', venite- C'On IJU€'Sti- e state per tre oro sotto il fuoco nemico, ovc ogni palla ~.-h(' v i fischia nll'or{'{'Chio è un avviso che vi dà. la morte! (h·e il g uiderdone era quaranta lf'pta.:-. :)") t•entetoiroi di paga - tanto per il comandante quanto per il soldato - c il bottino ciò che s i pr("udeça 111 nemico e ... tartarughe! Duvc i grad i venh·nun dati da un umile mortale, fort('. solamente della tìducia dei suoi compagni ! Citu1uant~l prom~ zioni su 9G1 <'Ombattenti- <' vittonosamentc contro un n{'miro :-.fltte volte ma~· giore- O\"e tal une compagnie erano i."Omnudate da sergenti- vi pare troppo, non è vero? Vo i che s iete abituati a vedere piovere gradi e dC(•ot·fizioni per pro· digi fatti ('Ontro conventi, donne c fanciulli... ? Voltate,· i Uall'oltra parte e vcr· gognatevi! [! combatlimonlo durò oltre lt·c ore e duranl<' questo tempo i Tw·chi furono respinti per circa due chi lometri. I n divc•·si punti sulla linea di fuoco si venne eoqlO a corpo con il nemico, tnnlo che due prigionieri furono falli, c illesi. Si avrebbe potuto prendcrne di più, ma i nrmit' i rho venivano raggiunti dai nostri vennero tanto da (iroei quanto da Italiani uccisi senza pietà o qu~sto l'u deplorevole. I nfatti i due prigionieri fatti tlt•,·ono la loro sal vezza al fatto che quando caddero nelle mani dl'i nooll i erano presenti Homas o Mereu i quali durarono non poca fatica a sah•arli. Il ~emico si battè bene evidtmtenwnte t<•nulo bene in mano dai suoi uiTìciali . L'a,"er mm,so ln• oro a riliraroi dut• chilometri, mostm che il suo movimento retrogrado era dovuto al j>Pllinace e ostinato avanzare dci nostri mt< la sua linea non si ruppo mai - mostrando che non vi l'u nì· I'Onfu>ionc ni• pi111iro. E una volta sola si videro dei riparti rili•·ar,,i òi corsa o con pn•cipitaziono lquan<lo abbandonarono h• posizio•w tlelll' ruine - pr~"o alla )ladonna a lla nostra destra).

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