Ricciotti Garibaldi - La camicia rossa nella guerra greco-turca, 1897

llt-> T..\ C\ \II("( A H.O~S.\ Lo\ :-.trada fu h1n~a t• :-of'ahl'u:-;issitna, tanto rhP arrivan11110 a Dranltza a ~ ('ra (\ una p:ntP dt·llu gt\ntc, con la u.-.tt•'rio di tnontagna, s i f't•nniJ nel villaggio inf'~rioro "h'en\ il piì1 pic<•olo <' ilnwno abitato. TI l!;l'O>SO della colonnn. >alì lino ad .\po·lJranitza e al p rimo ar· rivo yj fn un pà.ni<'O 1'1·a quei pcn·(•J'i 1nontanari St'mi-solvaggi che sprwl'lllali si chius<'I'O nPII l' loro m so. l' resto peri> q ual<'lll' l<>sl<\ l omò a $bucar l'tlOI'i e si stabi l irono d<'i <•ontalli fra truppa l' popolazione. Il ronte Homa' otlt•nnP, <'on la sua instaneahilc altivilù, <'he tutte )p famiglie cuoces-<Pn) dPlla polt•nta o del panl' quello <·he <'i avrebbe donno mandare il Commi--ariato dPII'es(•r<·ito em >l'lllpro di là da vt>nit'l'! (' con una manflria. di n1ontoni cht' s i a{'quistù si potò dare d;t mangiare alle compagni<•, dali!' qual i si clev,wano dPi divPrtenti hrontolii e da cui u<t·i\'ano ogni tanto commissioui che venivano da m<' a protestare per la searsitÌI del cibo. Si trovò del resto anche del latl<• in abbondanza. li timore che g li abitanti avevano per le loro donnP timore che Vl'ramentc non mi !''"''''' troppo giuslifil'ato f<'re s i che i nostri doveltf'ro aceampan• all' a ria aperta. Ma con buoni fuochi si <'errò di combattere il t'l'<'< l<lo <'he veramente <Jncll:\ notte e a quella. a ltl'zza si facC\'a s!•ntin• ]Wl' hl'ne. n mio stato map;gi<m• C•>.<Ì politico, cosi intcllottnal<' e così ))O('o militare! era stato alloggiato in ca.<a dPI <'apo·comune, nn tnontanaro come i ~uoi amministr·a.ti . C'i Pmvamo raccolti J><'l' do rmi•·<' , tutti snl piancilo d i una me· d!'sima camera a piano t~•·m, io, il conte H.omas, il nostro bravo ed eg•·pg-io F ralti (rho qn!'l la sora, ricordo. ei avl'\' l\ voluto provare, ballando in cadenza, d1c l<' suc gambe, m a lg rado i ~,2 a nni e quel po' po' di pancia, p;li spr\'i<'ano a meraviglia). j.'<' lir<' ,\ lbani (i l nostro utlil'ialu postale;, l'av,·o<'ato Uuizzardi che \'l'nuto in Gr<"cia come prPcursore era andato poi in I talia coml' organizzatori' e ritornato in (1•w·ia come \'olontnrio ·, .\n t ide Boyer, il huon ~'.ira rdini di Ha· vnnna, ch'era il mio l'l<•mo " simpatit·o critico, o qualche altroquando dei nuo\'i ani vat i, delle nuove Camici<' Hossc, penetrarono in mezzo a noi, tì·a p;li ahhracei di t utti. l•:rano il nost ro ottimo ~rnn•u, il dollor Tolonwi, il trombettier e d r l Jo battaglione )~,·ang-<'listi, l'aiutante Mo><•a, il ' ' 'rp;Nl tC Car· na<·<·ina <' il furil'rl• ,\ng-Pii<·opoulo. ),;ssi ci riferi rono <'h!• il l o battaglior_w, ril·hirnnato dall'f;~piro, era giunto duo giorni prima a Ilagia. )larma e nella notti' H'IJI's;l a l>omokos, O<'<' aspPtt:wa ordini; che pPr pn·•ul~rc questi ordini •·rano ripartiti. in piccola brigata, lasciando

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