Ugo Rabbeno - Le Società cooperative di produzione

74 E' questa una difficoltà << assai grave, forse più grave cli tutte le altre, poichè si riferisce ad una condizione permanente, relativa allo stesso meccanismo della associazione, e non a circostanze eventuali e transitorie». Infatti, riguardo a tale ripartizione la società di produzione si trova in condizioni completamente diverse da quelle della im,presa speculativa. In quest'ultima l'imprenditore assume per conto suo esclusivo la produzione, ne disinteressa, sia in parte, sia in tutto, il lavoro ed il capitale, e dà loro una anticipata retribuzione, sotto form.a di salario e di interesse; retribuzione che vien determinata mediante la concorrenza e secondo leggi che qui non è il caso di richiamare. Ciò che resta, è il «profitto» dell'imprenditore: ed in questo 111.odola ripartizione del valore del prodotto avviene regolarmente, naturalmente. Che essa sia giusta od ingiusta, egua od iniqua, vantaggiosa o dannosa alla società è un'altra questione: ma è indiiscutibile che questo sistsma è bello e fatto, e funziona, nè c' è più bisogno cli inventarlo. Invece nella società di produzione la cosa è ben diversa: si sono associati nel!' impresa lavoro e capitale: si tratta di determinare i patti, le basi su cui l' associazione si fonderà: e volendo stabilire l' associazione su basi di eguaglianza e di giustizia, bisogna determinare il criterio dal quale si partirà per attuare questi principii. N ell' ordinamento attuale la questione della distribuzione è risolta lasciando sussistere la lotta, senza preoccuparsi dell'esito: nel socialismo moderno in generale la si risolve invece mettendo in certo modo fuori di combattimento uno dei contendenti, il capitale, che diverrebbe collettivo, e dando la preminenza al lavoro; nella società di produzione si vuole invece stabilire un giusto e perfetto accordo fra loro e capitale, e si tratta quindi di determinare il principio su cui questo accordo si dovrà fondare.

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