58 ha parte solo nei guadagni; in talune i soci tutti partecipano all'impr-esa, ma non come operai, sì bene piuttosto come capitalisti, in ragione del capitale conferito: e di queste ve ne ha che occupano anche dei salariati, ed altre invece che non occupano neppure tutti i proprii soci. Finalmente poi non si debbono dimenticare le imprese di produzione esercitate dalle società di consumo. Ora, mentre avendo mente al « concetto astratto» delle società cooperative di produzione, alla maggior parte di queste associaz,ioni si dovrebbe negare tale qualifica; se invece ci collochiamo dal punto di vista pratico dello « scopo » e dei « vantaggi >>, quali li abbiamo veduti in questo capitolo, la cosa diventa affatto diversa; e si deve necessariamente venire alla conclusione, che parecchie di queste forme, in sè stesse imperfette, possono però presentare praticamente dei pregi non indifferenti, od anche raggiungere il medesimo scopo. Ed innanzi tutto la partecipazione del capitale all'impresa, se è implicita nel concetto di cooperativa di produzione, e se, come vedremo a suo luogo, è richiesta anche da necessità pratiche, per dare alla associazione sufficiente vitalità e base; non potrebbe però esser posta fra gl,i « scop,i » della cooperativa di produzione, la quale sorge per rivendicare i diritti del lavoro, e non quelli del ,capita'1e, che non ha davvero bisogno di essere emancipato. Tale partecipazione, lo vedremo, può essere, ed anzi deve essere reclamata per esigenze pratiche, ma non in vista dello scopo e dei vantaggi che dalla associazione si ripromettono. Ed ove una associazione di produzione riesca a prosperare anche senza di essa, noi non diremo di certo per questo solo, che essa manchi a,l suo s•copo; pure preferendo quella in cui l'impresa sia esercitata collettivamente dal capitale e dal lavoro. E nepp,ure quelle associazioni in cui il capitale sia posseduto solo in parte dai lavoratori, noi diremo mancare al loro scopo e non presentare i vantaggi che loro
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