dotati di qualità morali e non comuni e di qualità economiche solo mediane ..... La gran massa dei lavoratori ne rimane « al di fuori ». Queste vicende della cooperazione e delle società di produzione nella opmione degli economisti, hanno la loro ragione d' essere e trovano una spiegazione molto semplice. L'opposizione fatta da principio in genere alle società di produzione dagli economisti più ortodossi, \'a vversione profonda di taluni di ess-i,specialmente in Francia, derivarono da due cause. La prima e la più forte fu l'origine di queste associazioni e la qualità delle persone da cui furono da prima caldeggiate. In Frnncia, esse ebbero, almeno indirettamente, una spkcata origine socialista, e fra i socialisti trovarono i più caldi fautori; così taluni economisti ed uomini politici confusero od almeno accomunarono socialismo ed associazione, e combatterono l' uno nell' altra, come, per esempio, il Thiers; ed anche quando non giunsero a questo punto, guardarono pur sempre coli' occhio dell' arme questa nuova forma, sospetta di contrabbando. L'altra causa fu la novità che nel principio della cooperazione in genere, e più ancora nelle società di produzione si conteneva. Queste associazioni accennavano a voler esercitar,e l'industria in modo diverso da quello che prevaleva e che era creduto ottimo; annunciavano l'idea di voler sopprimere il salario e di porre la direzione ( non diciamo ancora « l' impresa», poichè allora questo concetto nelle società di produzione non era ancora ben chiaro) dell' industria in mano agli operai. Ora tutto questo turbava maledettamente gli economisti, disorientava le loro menti. Quando in Francia si cominciò a parlare di associazione produttiva, l' ordinamento economico, che si a,ndava svolgendo sulla ba,se della libertà e ciel capitalismo, era ancora, per la maggior parte degli economisti, in una completa luna cli miele; era l' ora delle « armonie » di Bastiat. E questo « ordinamento armonico » lo si credeva e lo si vo-
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