107 gione perchè tali forme non possano meglio svilupparsi in seguito. Abbiamo poi veduto pure a suo luogo come t,na parte degli insuccessi delle imprese degli operai non si possano atribuir loro in ispecial modo, ma corrispombno agli insuccessi che si hanno regolarmente in tutte le imprese, qualunque esse sieno. Se ci facciamo a considerare una per una le varie difficoltà attribuite in genere a queste associazioni, e ad esaminare come esse di fatto si siano mani fcstate, la loro relatività riesce anche meglio dimostrata. Lasciamo a parte i «difetti», di cui vedemmo nel capitolo precedente accusate le società di produzione, e tendenti a dimostrarne la inabilità; chè per essi noi abbiamo una sola risposta, cioè il fatto che numeros~ associazioni di questo genere esistono e prosperano in parecchi paesi: fatto che dimostra. a chi tenga gli occhi aperti, e non li voglia chiudere per non vedere la luce del sole, che esse sono «possibili» ed « attuabili>. Quanto alla difficoltà di formare il capitale, raramente abbiam trovato che essa abbia presentato ostacolo insor111ontabile, quando concorrevano le altre condizioni necessarie; spesso essa ha rallentato lo sviluppo delle associazioni; ma tante volle però non si è incontrata affatto; e ciò in quei ·casi in cui la semplicità e le ristrette proporzioni cieli' industria esercitat:1 richiedevano un capitale esiguo, ed in queni in cui i !-oci erano numerosi, ben provveduti e capaci di sforzi energici. E questi sforzi talora hanno trionfato anche delle difficoltà economiche in cui gli operai si trovavano e delle esigenze dell'industria, conducendo a riuscita imprese che per ogni altro rispetto sorgevano in mezzo a condizioni contrarie. Le società di cocchieri di Parigi, que'lle industriali degli tati Uniti hanno accumulato con facilità ingenti capitali; molte piccole società francesi, italiane, tedesche, le nostre società di braccianti, ecc., hanno avuto bisogno di pochissimo capitale per funzionare rego,Jarmente; quelle società pa-
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