Carlo Gide - La cooperazione ha introdotto un nuovo principio nell'economia?

tutta la questione sociale, cessa di essere intelligibile poichè essa può rimanere solo una differenza nomin.:tle tra salari e profitti. * * * Ci sembra, pertanto, che ci sia un insieme di cambiamenti economici di importanza così rilevante da tener valida la nostra opinione contro le argomentazioni del prof. Pantaleoni pel quale la cooperazione non può introdurre nella distribuzione alcun nuovo principio. Se egli con testa che noi non portiamo avanti alcuna formula simile, a quella dei comunisti: « a ciascuno secondo i suoi bisogni» - o dei saintsimoniani » .l ciascuno a seconda delle sue capacità » - o dei marxisti « a ciascuno secondo le sue ore di lavoro>> - ciò può essere vero. Noi non abbiamo fede nelle formule. Ma, se 11011 aneliamo errati, vi è qualcosa di positivamente 11uovo nell'abolire quelle vecchie categorie economiche sotto le quali i prodotti sono divisi arti,ficialmente in tre porzioni, e ciascuna porzione è assegnata. a un definitivo fattore di produzione: - il salario al lavoro, il profitto al capitale, la rendita alla terra, - lasciando che la quantità di ciascuna parte sia determinata dalla sorte della domanda e d.elO'offerta; e, inoltre, nel sostituire il punto di vista di considerare il prodotto di ogni impresa come una massa comune, appartenente a tutti quelli che per qualsiasi titolo hanno partecipato alla sua produzione, e distrilmita tra essi in accordo a un contratto sociale, volontariamente accettato, permanente e che impone una giusta divisione. Dopo tutto importerebbe ben poco ancl1e se si potesse climostrare che noi non abbiamo effettuato alcun mutamento nell'attuale sistema cli distribuzione purchè riuscissimo a cambiare i suoi risultati! Ed è su questo punto che per fortuna i fatti sono abbastanza eloquenti. I soci detle società cooperative d'Inghilterra distribuiscono ai loro soci sei o sette milioni di sterline cli dividendo all'anno. Se non fosse stata la

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