19 in queste condizioni cercheranno di sfruttarsi essi stessi ! Noi vedremo allora realizzato l'ideale di cui Carlo Robert, che mi sta di fianco, si è fatto apostolo, v,oglio dire il lavoro rimunerato con giustizia e non più per la fatale legge della oHerta e della domanda. § Ili. - Si deve temere l'indebolimento della concorrenza ? Mi resta ancora un dubhio da clissiP'are. Si potrebbe paventare - e gli economisti non si so,no fatti scrupolo di affermarlo - che questa pratica dell'aiuto mutuale che questa preoccupazione di addolcire la lotta e la conco•rrenza 11011abbia per risultato di affievolire l'iniziativa individuale cli ingen.e,rare un sentimentalismo senza nervi e senza vigore, un filantropismo :P'iuttosto negativo che prepara alla evoluzione socia.le la stessa soluzione di un vaudeville di Labiche; un abbraccio generale. Ciò che è necessario, si dice, per mantenere tesa la mollia, dell'attività umana è la lotta, la concorrenza, il conflitto degli interessi rivali. Ciò che è .necessario è il self-help (l'aiuto cli sè stesso) mentre la •cooperazione, il mutualismo, la solidarietà, tutto .ciò non farà che sviluppare l'inerzia, la pas-sività, l'istinto, già troppo ,sviluppato, di 11011aiutarsi da sè stesso, ma cli atitender,e da altri l'aiuto•! r el suo libro sulla superiorità degli Anglo-Sa·sso11i, Demolins ha scritto questa frase enorme: « Il solidarismo non è che una dell,e forme dell'egoismo, l'egoismo obbrobrioso!». Certamente noi siamo d'aocorclo in ciò •che l1a,cosa ,e.ssenziale è quel.Ja di formare degli uomini e ·se mi sa·rà dimostrato che la conwrrenza deve produrne di più •che la cooperazione,
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