r3 egli pensa, che I' onestà è, dopo tutto·, la migliore via per riuscire in affari - e per fortuna, ciò è vero ....... qualche volta. E io affermo inoi.tre che se egli lo fa, se egli è uno ùei commercianti la cui parola vale come oro e che rappresenta l'onor.e della sua prof es•sio,nee del suo paese, ciò non dipenderà dal fatto che la conco,rrenz,a ve lo ha costretto ma perchè la sua coscienza, o il suo onore professionale, gl' impongono ciò. E la prova è che questo onore professionale, questa probità commerciale ha•nno pure ,esistito anche nel tempo in cui la concorrenza era assolutamente S·conosciuta. Forse anche più d'oggi. Non rimonta certamente ai tempi della libera concorrenza che Ruskin ha visto incisa sopra una chiesa di Venezia: « In questo tempio il peso dei negozianti era. esatto, la misura giusta, il contratto leale». E se, ora noi siamo lontami da questo v,enerabile passato, voi volete fare la controprova, voi non avete che a domanda·re a qualsiasi mercante, al tale droghiere della via, ·per·chè egli venda delle derrate falsificate? Perchè non chiude il suo magazzino tutte le domenkhe per dare riposo ai suoi impiegati? Egli vi risponderà: « Signo:re, lo vorrei fare; ma. non lo posso; debbo fare come gli altri, bi·sogna urlare coi lupi». Domandate a questo mu,gnaio di Normandia che, qualche mese fa, è stato perseguitaito da·lla legge perchè aveva fatto venire vagoni interi di gesso per mescolarlo alla sua farina e fare del pane, che realizzava, co,sì alla lettera il miracolo -che Satana pro,pose a Cristo - e che questi respinse con indignazione: - « Dì a queste pietre che diventino .pane». Domandate a tutti i laboratori muni,cipali perchè oggi la falsifkazio-ne delle derrate è diventata un'arte che fa elci reali miracoli con ,quello a cui ho accen111ato testè - tutti risponderanno: è la -concorrenza che ne
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