C. Gide - Concorrenza e cooperazione

II morale; essa produce «l'altruismo professionale». In fatto morale essa sostituisce il catechismo che è un po' screditato e potrà anche sostituire con vantaggio I' imperativo categorico di Kant che è poco cono·sciuto nel monk:lodegli affari. Ecco la dimostrnzione. A dire il vero sembrn che l'autore abbia voluto piuttosto tenere una scommessa, che dare una dimostrazione s,cienti,fi,ca. La definizio,ne che egli ci dà dell' ,atto di commercio è in ogni ca1 so molto <livertente. Essa ricorda quella che M olière mette nella bocca di J ourdain, il borghese gentiluomo, al quale domandando ciò che faceva suo padre, così rispondeva.: << Le malie lingu•e pretendono eh' egli fosse mercante di drappi, ma niente di tutto ques.to. Egli era un uomo che per natura estremamente cortese aveva delle pezze :di stoffa presso di sè e rendeva servigi ai suoi amici, cedendogliele alle migliori condizioni possibili ». Molière aveva adunque di già dimostrato che il commercio non è che un servizio reso. E' questo eterno equivoco della espressione .« servizio reso>, questa specie di giuoco di parole che costituisce il fondo di tutta la teoria di Bastictt. Basta perciò prendere alla lettera questa formula che si trova su tutte le circolari che i commercianti scrivono a.i loro cli•enti: « venite da me, voi sarete ben serviti >. Oppure: « voi sar•ete meglio serviti che dal vkino ». E come la morale in questo mondo consiste infine nel rendere servizio agli al,tri, voi ,comprendete ·s,ubito come lo scambio e la divisione del lavo-ro suppongano e provochino l'altruismo professionale: Qit01d erat demonstrandum. Il Corrispondente ha narra-te una di vertente storia di concorrenza svoltasi qualche tempo fa fra due dei p,iù grossi miliardari americani: Vanderbild e Gould. E' colle loro linee ferroviarie (poichè ciascuno d'essi ne possiede parecchie), che essi si battono. Per acca-

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