pace, a quella profonda poesia della casa, che, nel senso più dolce e santo della parola, gl'inglesi chiamano homc. A quattordici anni fu mandato a studiare a Marlborough; ma non prese mai mo'lta parte al chiasso dei compagni. Non era un appassionato di giuochi e di scherzi; stava volontieri solo a fantasticare, oppure si compiaceva di raccontare ai compagni lunghe storie « di cavali·eri, di magi e di fate~. Era un bel ragazzo, robusto e tarchiato, dal colorito vivo, dai capelli neri e ricciuti, buono di cuore, gentile cli maniere, benchè facile alle col'lerc violente. Amava far lunghe passeggiate in campagna, e raccoglierè uova d'uccelli. Non stava in ozio mai; in mancanza di meglio da fare, intrecciava cestelli di git1nco o fabbrica va reti da pesca. Tale il ragazzo tale l'uomo! Queste sue curiose caratteristiche si ritrovano poi costanti in tutta la sua vita: poeta senzé~esser nè sognatore, nè distratto; paziente ed industrioso; gentile, buono, ma pronto alla collera; amante della solitudine pur a.mando grandemente i suoi simili. Non si trovava veramente bene che nella sua vecchia casa. « Sono sicuro che mi giudicherete uno sciocco », egli scrive alla sore'lla, « perchè non faccio che pensare a casa; ma non mi. riesce altrimenti; non è colpa mia se ho tanta voglia di rivedere voi e la casa, di racconta.rvi taJ1te cose, e cli ritrovarne, costà, tante che mi son care! » Ad Oxford: amicizie e gusti artistici. Se è vero che in tutta l'opera di William Moris è facile rJntracciare l'influenza di q1iella sua dolce fanciullezza tras·corsa nella vecchia dimora fra i-I bosco folto ed il verde piano, è pur vero che soltanto ad Oxford egli capì sè stesso, e s'indirizzò per la via che più si confaceva all'ingegno suo.
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