30 al Socialismo ha per noi un valore inrommensurabilc. Che importa ch'egli fosse un teorico piuttosto che un pratico, in fatto di socialismo? Che importa ch'egli non intendesse a fondo le questioni econorr:iche, e i dettagli amministrativi, quando era tanto capace di capire la vita e gli uomini, e la miglior maniera di valersi dell'un~ e degli altri? Il sen·so della fratellanza era vivissimo in lui, ,rischiarato dalla chiarov,eggenza. e d~lla bontà. Quindi, per noi, è più istruttivo conoscere la storia della sua conversione al socialismo, che non i',esposizi,rne formale delle sue idee in proposito•. La via al Socialismo. Di tale conversione si riscontrano le prime tracce nelle conferenze da lui tenute sull'Arte, a cominciare dal 1877. In queste conferenze •egli manifesta tutta la sua simpatia per l'operaio; nè riconosce differenze essenziali fra artista ,ed artigiano. Ed è bello sentire ciò ch'eg.Ji desidererebbe per ognun che lavori; oltre ad una paga minima di 20 o 30 scellini (da 24 a 36 lire). « Denaro, dunque, quanto basti per tener l'uomo a! ·sicuro dal bisogno e dalla degradazione, per lui e per i suoi cari; tempo sufficiente, dopo aver lavorato, ( anche se il lavoro gli è piacevole) per leggere, pensare, e collegare la propria vita a quella del mondo; lavoro a sufficienza sempre e tale da soddisfare anche l'orgoglio suo, e da farlo degno d'elogi, d'incoraggiamento così ch'egli si senta amico de' suoi simili; e, non ultimo1 il suo diritto a godere dell'arte, in ogni sua mani fostazionè, a cominciare dalla propria casa, dal proprio ambiente, da cui 0011 dovrebte essere bandita la bellezza, che Natura ci darebb.e largamente se noi non fossimo tanto perversi da chiuderla fuori dalla nostra porta . .« Ho voluto far notare», egli scrisse poi a chi gli moveva rimprovero di trascurare cosi i diritti dell'Arte per l'Arte, « che la questione dell'Arte popolare è que-
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