IO di farmi così un'esistenza divertente, ma non ci tengo; amore e lavoro, ecco le due cose veramente belle della vita ...... Alla politica, all,e qu-estioni sociali non posso interessarmi, perchè, in complesso, c'è troppo torbido, in quelle acque; ed io non ho autorità, nè potere, per chiarirle almeno un poco ed incanalarle per la via migliore. Il mio lavoro è sempre dunque la traduzione, in una forma o nell'altra, dei so-gni del mio pensiero». Ed in questa atmosfera di sogno M-orris continuò a vivere per un anno o due, mantenendosi quotidianamente in rapporti con quei sogna-tori inveterati ch'erano i -suoi amici artisti; ma in realtà egJ.i non apparteneva più al loro mondo, nè poteva contentarsene. « Egli comincia a prendersi di grande simpatia per gli umani », diceva uno de' suoi compagni di quel tempo; difatti, non molto dopo, e cioè a ventisei anni, William Morris, prendendo mo-glie e dovendo provvedere alla propria casa, si ritrovò a contatto colla vita vera. Hecol'azione della casa. L'idea di prepararsi la propria casa, fu, per questa vi va.ce tempra d'artista, il nuovo punto di partenza per mo·lte concezi-oni geniali. Non avrebbe potuto pensare un'abitazione senza· un bel giardinetto tavviato, senza belle stanze luminose, senza mobili ed utensili di gusto fine, intonati all'ambiente .... Per la costruzione della casa, William Morris poteva fidarsi de' suoi amici architetti, di cui uno specialmente, il W ebb, avrebbe interpretato con fedeltà il suo pensiero; ma pei mobili, per la decorazione, a chi rivolgersi? Le antiche arti domestiche erano morte ormai, uccise dal lavoro a macchina, da.Ile grandi officine, dal-l'industria sempre più va-sta e sempre più affrettata. Utensili, vestimenta, gioielli, e tutt-e le suppell-ettili d'una
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