Carlo Gide - Della abolizione del profitto

24 riamaci dunque per lui che il suo fervore si eserciti per delle gioie più nobili che non siano il denaro. Insomma: così è stato anche pel passatOI: la bellezza fisica e le corone dei giuochi olimpici pei: Greci,. l'onore e la nobiltà del sangue pei cavalieri del Medio Evo, erano i beni al disopra dJogni altra cosa e per i quali solamente valeva la pena di viv,ere o morire. Vi saranno forse nell'avvenire dei beni che gli uomini metteranno al disopra di tutto e che non saranno più il profitto; dei beni il cui desider.io non sveglierà gli istinti rapaci e la cui conquista non richiederà più lotte crudeli. E non si vedrà più la turba infuriata di coloro di cui parla Hennebicq: Che vanno scarni per le vie, L'odio e la vendetta nelle mani, E sognano, e pensano Alla strada che si allunga, Ai giorni passati e perditti Ad arricchire degli sconosciuti.

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