Carlo Gide - Della abolizione del profitto

12 chiusura delle bottiglie da birra, a mezzo di una molla in filo di ferro, la spilla per nutrici, che procurò milioni - dicono - al suo invento,re (veramente non si trattava di una invenzione, ma di un'idea trovata negli scavi di Pompei) le stringhe <la scarpe ideate da Harry Kennedy, meglio ancora, i pattini a rotelle, il piccolo pallone rosso gonfio di gaz, il paracadute di carta che lo precedette, senza parlare della prolifica famiglia degli aperitifs. Quale fortuna avrebbe potuto fare l'inventore della cartolina illustrata, se avesse potuto prendere un brevetto, per quanto ben lontano dall'acciaio di Bessemer o dal telegrafo senza fili Marconi! Ecco perchè tutte le volte che per una causa qualsiasi un impresario, un produttore si trova investito di un monopolio, si trova per ciò •in condizione di realizzare un profitto; poichè la caratteristica del monopolio ( e la stessa sua definizione ,economica) è di permettere a colui che lo gode di vendere ad un prezzo superiore alle spese di produzione (1). Debbo dire che vi è un'altra spiegazione del profitto che riempie tutto un volume, uno dei più celebri del XIX secolo, sempre citato, raramente letto, più raramente compreso, il «Capitale» di Carlo Marx, che cos~ituisce la base del sistema collettivista. Senza volerlo esporre qui in dettaglio- il che sarebbe difficileio mi permetterò di dire che la tesi di Marx è in certo modo l'inversa di quella che vi ho esposta. Secondo la tesi di Marx l'impresario, il padrone, il commerciante non aumenta il prezzo: egli vende la merce al prezzo normale. Solamente questa merce egli l'ha acquistata, sotto forma di mano d'opera, a un prezzo inferiore al suo valore di produzione. Il profitto è dunque lavoro non, pagato, e per conseguenz,a è sull'operaio, sul sa- (r) Ciò che d'altronde può realizzarsi in due maniere diverse: sia perchè il monopolizzatore può aumentare il suo prezzo di vendita pii1 de' suoi concorrenti ; sià perchè può ridurre le sue spese di produzione più di quanto non possono fare i suoi concorrenti.

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