7 princ1.p10d:eUacooperazione come impotente a miglio·- rare le ,condizioni dlell.aclass~ operaia? « No, ma si dovrà a,pplicare la cooperazione in un campo che Schulze-Delitzsch ha negletto, e si dovrà praticarla sotto un'altra forma. « Si dovranno fondare dielle Cooperative di produzione, e fondarle col concorso finanziario dello Stato ( r). Lo Stato stanzi,erà una certa somma, che potrà non essere estremamente elevata (in uno scritto pubblicato poco dopo la Risposta Aperta, Lassalle parlava di 100 milioni di talleri, pa•ri a 375 milioni di franchi) e rapidaimente, grazie al suo concorso ed al credito accordiaJto alle nuove Cooperative daltle prime che saranno state create, la produzione cooperativa si estenderà alle più diverse industrie. « Il gi:orno in cui la classe operaia, tutta quanta, sarà organizzata in associazioni di produzione, · e sarà cO'sì la padrona di se stessa, l,a legge di bronzo che regofa oggi i salari avrà perduto tutto il suo campo d'azione; non vi sarà più dia un lato il salario <lel lavoro e dall'altro il guadagno del padrone; la rimunerazione del lavoro sarà Ì'1 prodotto del lavoro. In quel giorno, sì, sa-rà realmente miglio·rata la condizione della classe operaia. « Ma per quale via si arriverà a questo stato di cose? No, non bastano gli sforzi indi,viduali, neppure se raggruppati, per organi-zzare delle grandi imprese dli produzione: occo·rrono capitali, e capitali immensi. « Chi dovrà dunque mettere a disposizione degli- o·- perai i capitali necessari per fonda.re delle associ.azioni di produzione? Lo Stato. Quando si trattò di costmi!re delle li111eeferroviarie, lo Stato è i1 ntervenuto garantendo agi.i azionisti, pei loro capitali, un minimum d~ intereMi. Lo Stato interverrà a ben più giusto titolo per aiutare le classi po,yere a fondare delle società cooperati-ve di produzione. « Ma come determinarlo a questo intervento? Col. suffra-gio universale -· soltanto allora la classe ope..
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