NC)TE AL TESTO ( 1) Il tempo vedrà più innanzi che Lassalle, e cosi pure Marx, erano in grande errore quando condannavano la Cooperativa di consumo ed esaltavano quella di produzione; mentre oggi, dopo lunghi anni di discussioni ed esperienze, anche in Germania i socialisti hanno dovuto riconoscere che, dal punto di vista della rivoluzione proletaria, in nome del socialismo, la Cooperativa di produzione (come, ad esempio, le cooperative di calzolai, di fornai, di sarti ecc.) è senza valore ed ha invece una importanza grandissima quella di consumo. Qui noi vogliamo soltanto far rilevare che Lassalle, con la sua proposta delle Cooperative di produzione sussidiate dallo Stato, cadeva in una illusione molto simile a quella dei famosi " ateliers nationaux " (opifici nazionali) ideati in Francia da Louis Blanc. Il governo rivoluzionario francese, di cui il Blanc era membro, nel 1848 fece appunto st11nzian: in bilancio qualche milione a favore delle Coo• perative di produzione; ma quasi 1u1te le società create con quel sussidio fallirono miseramente. Ed era da prevedersi. Oltre le eraviesime difficoltà che per sua natura la Cooperativa di pro• duzione incontra sempre e dovunque, e che le hanno impedito di farsi largo, condannandola ad una vita tisica e crivellata da innumerevoli insucceui, quelle società francesi avevano contro se stesse anche il loro vizio d'origine. Erano cooperative improvvisate. Invece di esser nate faticosamente da&"li sforzi tenaci, dai risparmi e dai sacrifici degli operai che le componevano, eaae erano il prodotto prematuro, artificioso di una legge, di una elargizione fatta dallo Stato. E appunto per questo erano votate alla morte : perchè anche nel campo economico, forse anche più che nel campo politico, è vero il principio che l'emancipazione dei lavoratori non può essere opera che degli stessi lavo• ratori. Le organizzazioni che sorgono e funzionano, non per virtù dei loro ,oci, ma per la buona grazia di qualche patrono - sia questi lo Stato,
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