51 ciali dli questa città. Essi dovrebbero o lasciairle nelle ma'111idei proprietari attuali, o,vvetio, se volessero assolutamente espropriarle, dovrebbero concede·rle a Cooperativ,e -0peraie a qu,ailsiasi condri.zione d'affitto. « Così, in tutti i casi co,ns,imili, la questi1 one si riconduc•e praticamente a quella della potenza economica delle Cooperative». E neHo studio dli codesta questione, Bernstein si trova immediatamente portatù a distinguere - come già aivevano fatto la Gerhard e la W ebb - fra le società di consumo e le società di pro<luzio.ne. In una teoria approfondita egli si sforza dli dar le ragioni dei fenomeni osservati nelle une e nelle a:ltre, del succes•so e dell'espansione delle prime, del.l'insuccesS-Oe del ristagno delle seconde, che so,vente si trasformano in volgari sociietà in accoma·ndita. Per qual motivo le Cooper-ative dli produzione cadono così frequentemente nel faHimento finanziario o morale, o a·lmeno non si sviluppano? Perchè esse mancano di capitale., dii credito e di sbocchi, risponde la cri,- tka socialista tradizionale. Ma questa risposta non soddisfa Bernstei·n; essa, egli osserva, dà solo una parte della spiegazione, non la spiegaziorne i•ntera. Fra le società che f inisoono malamente, ve ne sono molte che alla loro origine d'isponevano di un capitale sufficiente e non urtavano, per J.osmercio dei loro prodotti, contro difficoltà partiwlar,L La ragione del lo,ro insuccesso d:eve dunque essere di un altro ordliine. D'altr,onde fra le imprese capitatl:iste che cominciano neHe corndizioini più mordeste, ve n'è un certo numero che prendono un largo sviluppo ,e arri•vano ad una grande prosperità: e un fatto simile non si verifica fra le società cooperative di p,roduzione, fra quelle almeno che rimangono fedeli ai lo·ro p,rincipi. Perchè? Perchè dunque fra le Cooperativ·e non si constatano successi briillanti nella stessa propo-rzione che s,i r.iscontra:no, fra
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