47 sotterraneo, in ambienti sempre più estesi, le resistenze teoriche si trovano sco,nfitte. Ciò che ormai rimaneva in d-iscussione era meno l' utiHtà della Cooperativa•, e partkolarmente delle Cooperative di consumo, che il carattere di- questa utilità, vale a di·re il loro ufficio, la lo·ro funzione neU' insieme del movimento operaiio. Due opinioni venivano a trovarsi di fronte, delle quali una, pur integrando l,a pratica cooperativa aill' attività socia,lista, s-i riattaccava a.Ile vecchie i<liee,e l'altra invece si urtava cat,egnricamente con queste. Vediamo la prima esposta in un opusco.Jo del Kaiutsky che fu pubblicato nell' agosto del 1897 col titolo: Società di consumo e Movimento Operaio, e la se, conda. nel ·libro ohe il Bernstein scriveva dopo il Congresso di Stuttgard per dare un quadro generale della propria dottrina: Le Condizioni del Socialismo e i Doveri della Democrazia Socialista (1 ,gennaio 1899). Il parere di Kautsky. L'idea domina1nte dlel Kautsky (il principale teo,rico <lei socialisti intran.si,genti tedeschi) era che le Cooperative non hanno che un valore affatto relativo. Affatto relativo, per due riguardi-: prima, in quanto esso suppone certe co,ndizfon.i·, poi in quanto esso è subordinato a certi fini. In linea generale il Kautsky arr.i.vava: bensì a questa conclusione: che « o prima o poi il movimento cooperativo è chiamato - accanto alla fo.tta dei s,indaca1 ti per modificaire le condizioni del lavoro, a:ccanto alla lotta del proleta•ria:to per conquistare il po.tere nel Comune e neHo Stato, accé!.nto agli sforni fatti da'1 Comune e dallo Stato per estendere e moltiplicare le branche di prodiuzion-e amministrate da loro - a compiere un ufficio impo·rtante nella lotta emancipatnice della classe operaia ». Ma, secondo lui, il movimento cooperativo non era chiamato a compiere questo ufficio fuorchè e prima o
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