non di un piccolo numero di sarti, per ,esempio, e neppu·re di tutta la collettività de·i sarti cli un. dato paese) ma della collettività dei CONSUMATORI. I produtto,ri, os,sia ii lavo,rarnti, gli operai addetti ai: labo1 ratori ed agli stabilimenti del'la Cooperativa cli consumo, non sarebbero p,roprietari degli strumenti di produzione fuorchè nella misura in cui ess.i pure, quali membri della società, quali consumato,ri, ne sarebbero comproprietari; essi non parteciperebbero alla direzione -della produzione fuorchè in questa misura. Ma, salvi questi loro diritti di soci -- eguali a qudli cli tutti gli altri soci della Cooperativa - essi sarebbero solamente i funzionari, gli impiegati della collettività. Il punto cli partenza doveva dunque essere la « organizzazione del'la clientela», l'« organizzazione del consumo». GJ,i,operai cDo,vevanoinnanzi tutto unirsii i1 11 Cooperative di consumo. La potenza degli operai quali consumatori. Qual'era la ragione del grande successo, della forza d'espansione di queste società. « E' la POTENZA IMMENSA che gU operai possiedono - anche nell'ordine attuale - nella loro qualità di CONSUMATORI». L'idea, la co•nstatazione cli questa potenza, tale era il principio fondamentale dell'a.rgomentazione della signora A. Gerharcl. Gli operai tedeschi, ella osservava, non ignoravano questa potenza. Quando essi boicottavano dei pro,prietari cli risto,ranti che non volevano affittare le proprie sale di riunio,ne ai -socia.Jisti; qua,nclo facevano vivere, divenendo loro avventori, degli operai che i padroni avevano co-ng,edati e che erano diventati merçanti di sigari, osti, bottegai; essi usavano appunto d:i questa potenza che avevano come consumatori.
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