33 economica che Lassalle - lo ricordate - aveva di1-- chiarato essere le società di consumo incapaci dii migiiorare la condizione della classe operaia, perchè - diceva lui - ad ogni diminu21ione del costo dell'esistenza de.i lavoratori doveva fatalmente -segui.re una oorrispondente diminuzio11e del ta-sso dei salari. Abbandonata come ·inesatta la legge di bronzo, 1'o sforzo fatto per diminuire il prezzo d'acquisto delle derra•te cessava <l'iessere condainnato come i111utilea conseguire un mig·lioramento reale. Bastava· ai lavoratori organizzarsi sul terreno della resistenza in difesa dei loro salari, perchè la diminuzione del prezzo delle sussislenze, ottenuta mediante l'associazione cooperativa, non avesse piiù sui salari alcuna ripercussjone. Nulla oramai, nella dottrina, impediva dunque al partito socialista di far posto alle Cooperative dli consumo, fra i mezzi per mi.gliorare la situazione del proletariato. Questa forma di attivit~ pratica che si era sviluppata al di fuo·ri del partito, e malgrado la teoria, si trovava o·ra in accordo con la teoria, dopo che questa si era modificata. E appunto ciò che la signora Gerhard aveva stabiLito nelle prime pagine del suo opuscolo, cominciando così coll'assi,curare a questa pratica operaia spontanea la sua legittimazione teorica. L'opinione di Marx e LassaJle capovolta. Marx e Lassalle si erano trovati d'accordo nel non dare che un'importanza mini.ma alle Cooperative di co11s1111io, e nel man.ife stare invece la simpatia più viva alle Cooperative cli f>roduzione, sebbene con·cepite dall'u1 o e dall'altro con tipi differenti. Lassalle dichiarava impotenti le Cooperative cli consumo ad elevare la condizione cli classe operaia presa nel suo· insieme, e aggiungeva d'altronde che l'operaio, come tale, era leso nella sua qu1 alità di produtt,o,re, e non come
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