20 « e) Per impedire che le socì,età cooperative degenerino in vol!gari società borghesi per azioni, tutti gli operai che essi occupano-, azionisti o no, dovranno avere ùna parte uiguale sugli ,utili. A titolo di esp·ediente provvisorio, noi siamo disposti ad acoettare che gli azionisti ricevano un inter,esse ad un tasso min.imo ». L'anno dopo, al Congresso di Losanna, Eccarius, amico cli Marx, sostenne una mozio•ne che raccomanda va ai membri del!'Associazione Internazionale del Lavoratori di usare dappertutto la loro influenza per ottenere che i sindacati ( Leghe di resistenza) impiegassero i loro fondi a creare Cooperative di produzione o ad aiutarle finanziariamente. Questa mozi,one fu approvata dall'assemb,lea. Lassalle e Ma1•x. Dovremo ora tentare, in base ai dO"cumenti sopra citati, di caratte1:izzare il punto di vista di Marx e del1' Internazionale in rapporto a quelJ.o di Lassalle? Noi osserveremo che Ma·rx, come Lassalle, fa una grande differenza fra le Cooperaitive di produzione e le Cooperative di consumo. Egli non arriva fino a dichiarare, come Lassalle, che l'utilità delle Cooperative d'i consumo diminuisce e tende a div1 enir nulla a misura che la loro importanza cresce, egli non ammette la legge di bran:::o di Lassalle; ma come Lassa.Ile egJ.i pensa che mentre le società di produzione « attaccano il sistema attuale nelle sùe fondamenta», le società di consumo « non toccano che la sua superficie ». Altra analogia: come Lassalle, anche Marx giudica impossibile che le Cooperative operaie di produzione nella loro spontanea evoluzione giungano a universalizzare il lavoro cooperativo, a sopprimere il salar.iato: egli pure piensa che una s-imile trasformazione suppone l'int:Hvento di un altro fattore --, cl~! fattore politico. Ma Marx e l'Internazionale si distinguono qrui da Lassalle in due punti.
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