Si commetterebbe però grave errore se s1 immaginasse che la massa dei salariati dell'Inghilterra, così come quella della Francia, giudicasse le cose alla stessa maniera. In quanto a noi nel sindacalismo rivoluzionario vediamo la reazi,one naturale e, dobbiamo dirlo, completamente scusabHe contro le co:ndizi,oni -assolutamente intollerabili dell'ora attuale e contro la negligenza assolutamente imperdonabile dei governanti e dei Parlamenti per quei malanni. A nostro modo di vedere, l'agitazione sindacale, porta a questa situazione un utile correttivo, esprimendo rumorosamente i sentimenti della classe operaia che i dirigenti sono troppo inclini ad ignorare; nel medesimo tempo, siamo però d'avviso che le tesi dei sindaca-listi non sono soHanto immo1ali, ma anche prive di ogni pratica efficacia. Noi tenteremo di esporre sommariamente le nostre pri-nci:paliobiezioni alle teo·rie sindacaliste e di indicare in fine in poche parole le soluzioni positive che noi opponiamo loro. Il valore permanente dell'azione sindacale. In primo luogo importa rilevare la netta differenza fra quello che si chiama « azione diretta», da una parte e la visione sindacalista di1 una soci·età fondata esclusivamente sugli aggruppamenti dei produttori dall'altra. Noi non abbi-amo mai sentito alcuna simpatia per coloro che predicano ai lavoratori di abbandonar-e il sindacato e di rinunciare al diritto di sci,opero, promettendo loro in compenso la benevolenza dei principali, o non so quale partecipazione ai beneficii, od un seducente sistema di « arbitrato ». Noi no:, crediamo che gli operai abbiano mai ragione di rimettere la completa difesa dei loro interessi al Parlamento o ad un determinato partito politico. Noi non abbiamo mai cessato di perlsare che i salariati di ogni singola industria devono salvaguardare i loro interessi con la « azione diretta, del loro proprio organismo professionale. Noi
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